Uno stage per cominciare
Anaïs Nin
Speleo-Avventura!
Dopo quattro anni di stalker, suppliche e “minacce” da parte della mia amica speleologa Claudia, mi convinco a voler fare quest’esperienza e di partecipare al V° stage di avvicinamento alla speleologia, organizzato dal GSL della Spezia.Il primo incontro tra gli organizzatori, gli istruttori e gli allievi è avvenuto al Fortino, sede del GSL, dove il 18 sera io e gli altri miei nuovi compagni d’avventura siamo stati introdotti con un po’ di nozioni al mondo ipogeo, alla sicurezza in grotta e all’ambiente che ci avrebbe atteso nei giorni seguenti. Così il sabato successivo ci troviamo tutti a Campo Cecina in una cava attrezzata, pronti ed entusiasti di iniziare a maneggiare le nuove attrezzature che ci illustrano gli istruttori. Subito dopo io e gli altri allievi siamo pronti per mettere in pratica le manovre di salita, discesa, frazionamento e di messa in sicurezza. Anche le risate non mancano e la battute fanno eco e rimbombano nella cava.
Ma finalmente arriva la domenica, il giorno della speleo gita! La meta decisa è la Buca dei Tunnel di Monte Pelato in provincia di Massa. La partenza è da Sarzana alle 8:30 (un po’ prima per gli armatori della grotta che di buona leva partono alle 7:30), arriviamo a destinazione verso le 10 e da lì inizia la parte più sorprendente di questa giornata. Parcheggiate le macchine, raggiungiamo a piedi l’ingresso della grotta dove indossiamo le nostre attrezzature e finalmente dopo 10 minuti di maneggio dell’imbrago anche io riesco a capire come devo metterlo! Ora siamo tutti pronti. Si parte!
È la prima volta che entro in una grotta priva di passerelle e parapetti, ho la tuta, il caschetto, la torcia, gli scarponi, i guanti, l’imbrago, le attrezzature per la discesa e la risalita e…anche un po’ di paura! Mi addentro verso l’interno, sono guidata dagli istruttori e nel frattempo cerco di ricordare le manovre apprese il giorno prima durante l’esercitazione. Sono talmente concentrata che non mi rendo conto fin da subito del luogo che piano piano mi sta circondando. È solo nei momenti di attesa che mi fermo e finalmente mi guardo intorno…è un mondo talmente nuovo e inaspettato, pressoché incontaminato, mi viene quasi voglia di sedermi, spegnere la torcia e godermi il buio lasciandomi trasportare dal leggero infrangersi dell’acqua che cade e colpisce le pareti. Mi sembra davvero impossibile che in un così piccolo “buco” nel terreno si possa nascondere tutto ciò!
Durante tutto il percorso gli istruttori seguono me e gli altri allievi, hanno pazienza, ci osservano e ci danno fiducia e consigli per affrontare ogni piccolo ostacolo. La più bella soddisfazione è quando scendiamo e poi risaliamo uno ad uno per un pozzo di circa 20 metri; è a quel punto che sento insieme fatica e soddisfazione. L’acqua colpisce il casco, le ginocchia colpiscono le pareti, ma la bellezza sotterranea di questo mondo ti cattura in un istante. Nel frattempo ci rifocilliamo, scherziamo e abbiamo anche il tempo di scattare qualche foto tutti insieme…per il resto basta guardarsi intorno e osservare le bellissime concrezioni, le gocce d’acqua talmente trasparenti che sembrano piccole punte di ghiaccio e la luce delle torce che si riflette sulle pareti svelando insenature strette e profonde. Tornati in superficie, siamo pronti per il rientro, qualcuno però grida “BIRRA!!!”…e dopo poco eccoci tutti seduti a brindare al tavolo di un bar.
Quello che mi resta dopo questa esperienza è sicuramente la voglia di tornare in grotta, di esplorare ancora questo mondo per me quasi totalmente sconosciuto, ma anche di faticare perché non c’è conquista più bella senza un po’ di sofferenza e infine di lasciarmi trasportare dalla magia di questa natura nascosta.
Martina D.
Forse perché sono cresciuto in un paese di mare, a due passi dalla turistica Grotta Bayron a Portovenere, o da quelle meno note dell’isola Palmaria, ho sempre visto la grotta come un luogo marino da esplorare a nuoto o in apnea, magari per trovare qualche bel pesce, o da arrampicarsi per poi tuffarsi al centro a volo d’angelo.Anche la mia scarsa esperienza in ambienti di montagna non mi ha, certamente, aiutato a scoprire prima la speleologia. Per questo ringrazio il mio collega Andrea, appassionato alla speleologia da poco, per avermi spinto verso questo nuova attività. Tralasciando i preamboli veniamo allo stage, organizzato divinamente dal gruppo GSL. Giovedì sera primo incontro al Fortino, sede del GLS, posto che solo per la vista che domina il golfo di La Spezia vale il prezzo del biglietto. Chiacchierata di 3 orette per introdurre gli allievi alla speleologia. Un po’ di teoria intervallata da piacevoli racconti e aneddoti vissuti dagli istruttori. Penso che alla fine nessuno di noi aveva ben capito quello che ci sarebbe aspettato. Sabato sveglia presto ma non troppo. Secondo alcuni, non faccio nomi per correttezza, gli speleologi sono ritardatari cronici. Ovviamente il tempo in grotta non è una priorità, essendo un posto a condizioni climatiche fisse. Partenza ore 9:30 direzione Campo Cecina, precisamente nella palestra “La Formica, ex cava di marmo abbandonata. Un po’ di lezione teorica sull’uso degli attrezzi e poi via in parete. Ciascun allievo, seguito passo per passo da un istruttore, inizia a cimentarsi sulle corde in prove di salita, discesa, cambio attrezzi, stazionamenti e per finire con il famoso “pozzo senza fondo”. Sono le 17… il tempo è volato… è ora di rientrare alla base!
Arrivati al Fortino, dopo una bella doccia e qualche video sui precedenti corsi, tutti seduti a tavola; una bella cena sociale a base di cous cous e grigliatone di carne (su richiesta anche menu vegetariano ahh).
Alle 23 gli occhi degli allievi dicevano tutto. O.B. Operazione Branda!
Domenica sveglia alle 7, colazione abbondante al Fortino, e partenza per le 8 verso la “buca dei Tunnel” località monte Pelato, per la prima esperienza in grotta. Al parcheggio inizia la prova delle tute, non facile per quelli alti 1.90 mt, come me. Poi si sale fino per un sentiero ripido fino all’ingresso della grotta. Preparazione degli imbraghi, Check degli attrezzi e via si entra in Grotta. Cerco di descrivere la grotta brevemente e dal mio punto di vista (“come l’ho vissuta io”) quindi forse diversamente dagli altri allievi e speleologi. Quello che mi ricordo è sinceramente ben poco, forse dovuto alla massima concentrazione nelle manovre di corda o all’emozione della prima volta. Si entra nella grotta e dopo pochi metri si monta il discensore per scendere al primo pozzetto, da fare sempre lasciandosi cadere con i piedi contro la parete. Si arriva così al primo ambiente pianeggiante, dove, senza smontare il discensore si scende verso il secondo pozzo. Si scende attraverso due pareti strette, con un po' di acqua che ti bagna il casco. Si smonta il discensore e si scende, longiati, per cunicoli stretti con poca pendenza. Si attraversa una piccola pozza (dove il prode Andrea ha quasi sacrificato il cellulare per fare la foto sotto), e poco dopo, bisogna montare il discensore per calarsi fino ad uno stazionamento all’apice del pozzo finale. L'ultimo pozzo, con una profondità di 20 m, ha rappresentato, credo per tutti gli allievi, una emozione fortissima, specialmente la calata in pieno vuoto nel cuore della grotta. Si esce dalla grotta alle 16 … Tutti sdraiati sul pendio del monte, a prendere il sole, con il bellissimo promontorio del golfo di La Spezia e delle isole Palmaria e Tino. Subito dopo la consegna degli attestati di partecipazione allo stage, momento come sempre emozionante per tutti. Nel ritorno a casa breve e piacevole sosta al bar san carlo in località Antona (non mi ricordo la località), dove si conclude lo stage a birra e focaccette.
Luca Achille
Parto dal presupposto che tutto ciò che è nuovo e a me sconosciuto mi attrae e incuriosisce. Così è stato per me il mondo della speleologia. Da amante e frequentatrice della montagna non mi eramai capitata l'occasione di avere a che fare con il mondo che si nascondeva al suo interno. Questa è arrivata partecipando alla speleologita all'Antro del Corchia, organizzata dal Gruppo Speleologico Lunense, in cui ho avuto un assaggio di questo fantastico ambiente sotterraneo.Soddisfatta di questa prima esperienza non mi sono lasciata sfuggire la possibilità di partecipare al V stage di avvicinamento alla speleologia organizzato dal medesimo gruppo. Spinti da motivazioni diverse io e altri 6 miei compagni di avventura, dopo una prima lezione teorica introduttiva su ciò che ci sarebbe aspettato, ci ritroviamo catapultati ad esercitarci nella palestra di marmo, sul monte Formica a Campo Cecina. Forza e coraggio! armati di imbraghi, discensori, croll, longe, iniziamo a prendere confidenza con le nuove attrezzature. Dopo un primo approccio un po' titubante un susseguirsi di sali, scendi, passaggi e frazionamenti ci trasformiamo nei protagonisti della scena come marionette e burattini appesi ai fili ;).
Rientrati alla 'base' a rinfocillarci ci aspetta una cena organizzata dal gruppo e in loro compagnia tra risate, buon cibo e vino si conclude la bella giornata. Tutti a letto! O meglio tutti nel sacco a pelo! Stanchi, soddisfatti, ansiosi e incuriositi da ciò che ci sarebbe aspettato il giorno dopo. Sveglia, colazione e tutti pronti a partire. Arrivati a destinazione, provvisti di tuta e attrezzature ci incamminiamo verso l'ingresso della grotta scelta, la Buca dei Tunnel sul monte Pelato. Varcare l'ingresso provoca in me diverse emozioni, stupore, curiosità, fascino e un po' di timore su quello che avrei dovuto affrontare. Dopo la calata nel primo pozzo ecco che la tensione scende e quel mondo nuovo che sto piano piano scoprendo provoca in me una sensazione di tranquillità silenzio ed estraneità da ciò che è al di fuori. Nelle pause tra una calata e l'altra mi guardo intorno e scopro e scruto il fantastico ambiente incontaminato che quasi ho paura a toccare. Dopo un susseguirsi di discese e strettoie arriviamo alla discesa finale nel pozzo di 20 m. Qui l'adrenalina è al massimo, e l'emozione di calarsi nel vuoto è fortissima.
Rimango soddisfatta di questa bellissima esperienza e desiderosa di ripeterla. Ringrazio il gruppo per averci seguito in questo nostro percorso e per averci fatto sentire un po parte della loro grande e bella famiglia. Per la passione e l'entusiasmo che mettono in quello che fanno.
Cristina.D