2-3 giugno 2012 Canyoning in Garfagnana
Una piacevole sorpresa
Quando ho deciso di partecipare al raduno, senza conoscere i torrenti della Garfagnana, le informazioni ricavate da internet erano scarne e non troppo incoraggianti, ma avevo comunque voglia di vedere queste forre.
Sabato mattina ci ritroviamo in quattro (al Decathlon alle 7.15): Anna, Biagio, Domenico e io.
Tra tende, zaini, mute, corde ecc. il bagagliaio è quasi “a tappo”.
Il cielo è grigio, a tratti plumbeo, sembra stia per piovere e la situazione non è incoraggiante: spero tanto che le aspettative (soprattutto degli altri che ho coinvolto) non vadano deluse.
Poco dopo le 9.00, quando arriviamo al camping Pian d’Amora, (a Coreglia Antelminelli) c’è il sole e fa abbastanza caldo.
Facciamo conoscenza con altri torrentisti e in particolare con Luca Politi il “PISANO”, organizzatore del raduno, che in breve coinvolge e contagia con il suo entusiasmo un bel gruppo, cui ci aggreghiamo volentieri: andiamo al rio delle Pili (o rio Maggiore), un altro gruppo è diretto al Torrente Ania.
Un po’ per l’allegra compagnia, un po’ perché la forra è comunque abbastanza bella (decisamente meglio di quanto mi aspettassi) il divertimento è notevole e, giunti al salto finale, lo ripetiamo un paio di volte, prima di prendere il sentiero che in breve ci riporta alle macchine, dispiaciuti che sia già finita. Ma non facciamo in tempo a cambiarci che il Pisano scalpita: “chi viene a fare l’Ania?”
Tentiamo di seguirlo, ma non conosciamo la strada e ci semina in pochi minuti.
Più tardi, carta stradale e scheda della forra alla mano (ormai rassegnati a scendere per conto nostro), riusciamo a ricongiungerci al gruppo che troviamo già pronto ad incamminarsi sul sentiero avvicinamento. Sono contenti di rivederci, si fermano ad aspettarci e poco dopo partiamo tutti insieme, chiacchierando e scherzando lungo il sentiero, a tratti ingombro di rovi, nonostante il passaggio di quanti ci hanno preceduto in mattinata.
Anche l’Ania è, per quanto breve, piuttosto bello, con un tratto stretto e buio, incassato tra pareti non altissime ma arrotondate e contorte tanto che talvolta sembrano chiudersi a volta sopra di noi. Qualche calata, un bel toboga, un salto un po’ delicato, poi giungiamo in breve alla fine della forra, dove c’è una diga con una cascata di circa 15m; peccato che la pozza sottostante sia profonda appena 1,5m, la calata è obbligatoria.
Siamo comunque soddisfatti e dopo una “doverosa” sosta al bar per una birra, rientriamo al camping.
La cena è buona e abbondante, così come il vino, e il tasso alcolico cresce rapidamente, tra chiacchiere e brindisi, soprattutto in onore di Romano Perotto, 80enne attivissimo torrentista.
La mattina seguente, smontate le tende e pronti a partire, dopo qualche cambiamento di programma, decidiamo in maggioranza di andare al Rio Levigliesi, sempre trainati dal pisano.
Siamo davvero tanti, ma già lungo il sentiero di avvicinamento, che scende ripido dal paese al torrente, ci troviamo spontaneamente divisi in diversi gruppetti.
L’ambiente è davvero notevole, la portata abbastanza sostenuta, e un paio di calate sotto cascata risultano decisamente piacevoli; soprattutto la seconda, che termina sotto un arco naturale di roccia, veramente spettacolare.
Ancora un toboga e un piccolo salto, poi un breve cammino ci porta all’uscita della forra, attraversando un parco avventura.
Infine ci troviamo nuovamente tutti insieme al bar a mangiare e bere prima di salutarci e fare ritorno a casa.
Il viaggio di rientro, passando da Castelnuovo G. è piuttosto lento e arriviamo abbastanza stanchi, ma anche contenti per il bel week-end trascorso.
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