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Buca del campo – Ingresso Lorenzo Brizzi

  • Categoria principale: ROOT
  • Pubblicato: Mercoledì, 28 Novembre 2012 08:13
  • Visite: 5267
  • 28 Nov
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Ovvero il 17°esimo Ingresso del Corchia, Il 2° della regione del complesso chiamato Abisso Farolfi.

E’ dal 2010 che stiamo alla ricerca di un ingresso, nel Retro Corchia, che ci porterebbe a collegare il Ramo dei Maremmani, con l'esterno, la soluzione, siamo sicuri, è alla portata, dopo varie battute esterne, anche in ambiente innevato ci dedichiamo a lavorare in una cavità denominata Bocciolix, che sembra molto promettente, viene forzata una strettoia che si affaccia su alcuni pozzi, ma sfortunatamente non si approda all'anelata congiunzione. Nel frattempo il 10 giugno di quest’anno durante un breve campo, alcuni di noi si dedicano in una cava abbandonata , quasi per gioco, a spostare alcune pietre in frana da cui spira con decisione molta aria. In un paio di uscite, complice  una buona dose di volontà ed ostinazione, viene rivelato un meandro molto lavorato, indice che in passato era una via preferenziale dell'acqua meteorica, che conclude con un'apertura, oltre si può intravedere un piccolo terrazzo e nulla più.

 

“ Io ci provo” dice Aigor infilandosi di piedi nell'apertura, Rattone poco distante osserva la scena.“Porc!!! Kakkio!!! Sotto di me è tutto nero, e non so dove mettermi!! Me la sto facendo sotto” Rimanendo in contrapposizione tra le due pareti del pozzo.
“ Igor !! Belin!! Non sei normale!! Vieni fuori, ti do una mano” Dice Rattone, raggiungendolo poco dopo.
In realtà il pozzo non poteva essere visto dall'esterno del buco, ad ottobre viene addomesticato l'ingresso e armata la prima calata di quasi 50 metri di un pozzo piuttosto ampio, decisamente interessante per la grandezza a quelle quote, Igor, Chiodo, Rattone e Karaffa si fermano su una frana, a dir poco inquietante, che prima di proseguire deve essere sistemata. Dopo il Raduno Internazionale di Speleologia - Spelaion 2012 siamo nuovamente operativi, alla squadra iniziale, si aggiungono altre braccia pronte ad attaccare la frana, alla fine della giornata siamo scesi un'altra quarantina di metri, è stata dura anche per l'armo del lungo traverso, quasi una ventina di metri, che Nico, pazientemente e con fatica ha realizzato, permettendoci di rimanere al di sopra della frana, subito dopo due pozzi (25-10 m) da qui parte un meandro a misura d'uomo che dopo una decina di metri, e due piccole disarrampicate, ci porta in una piccola saletta, dalla quale, sul pavimento si apre una finestra. Siamo fermi sull'ingresso di un'altro pozzo da allargare, sarà per la prossima volta.
E' sabato, un bel 24 novembre, la sera prima, in otto abbiamo cenato e pernottato dalla Piera in compagnia di un nutrito gruppo di Bergamaschi, fortunatamente la Piera ci ha sistemato per la notte. Dopo colazione ci raggiungono Chiodo la Daniela, mentre Nico, Lucia e Anna sono partiti all'alba per violare la strettoia. Siamo ormai convinti che entreremo in Farolfi ma il dove è ancora un'ipotesi, quella più accreditata è il ramo di Maria Giulia.
Comunque dicevo, è sabato, un bel 24 novembre e stiamo salendo a passo croce Aigor ha recuperato un pick up fuoristrada, una figata, Luchino, Rattone, Karaffa, Chiodo e Daniela ci seguono a ruota. In breve arriviamo alla cava, il tempo di cambiarci ed entrare, rimango con Rattone a sistemare alcuni armi del traverso, mentre il resto del gruppo raggiunge il Nico. Quando ci riuniamo, Nico si prepara per armare il pozzo, anche questo decisamente grande, ad occhio saranno un'ottantina di metri. Armo doppio, un salto di una quindicina di metri, un terrazzino e poi giù.
“ Spero... che.... mi basti.... la cordaa!!!” Ci giunge la voce lontana dal basso, il suono inconfondibile del trapano che buca la roccia, i colpi secchi del martello, qualche sasso che vola per finire con un tonfo finale, e poi il silenzio, interminabili minuti di attesa.
“ Sono...in fondo!!.........” Pare sentire
“ E' in fondo” Fa' eco chi impaziente dell'attesa si è spostato sul terrazzino. Poi finalmente “LI..BE....RAAA!!!” Dal fondo del pozzo.
“ Silenzio..... fate silenzio....” Dal terrazzino, Lucia, non si distinguono chiaramente le parole del Nico.
“ Corda?? Ri....pe....ti!!!” Grida Lucia……

“CONGIUNZIONEEE!!!!” Echeggia nel buio come un tuono nella notte.
In un scambio di parole nel silenzio più totale, capiamo che Nico ha trovato una corda.
E' fatta, siamo in Farolfi.
Sono l'ultimo a scendere, un pozzo fantastico, non è come altri tanti pozzi, miti e silenziosi che sussurrano un lento stillicidio, è il “pozzo”, urla, graffia, si contorce, pare vivo, noi siamo vivi, anche per questo momento. Sono tutti in fondo, luci lontane piccoli bagliori nel buio, mi godo una fantastica discesa. Le voci si fanno più distinte ma quando tocco il fondo la gioia e l'ilarità si scatenano, qualcuno ha già trovato il tempo per girare nelle gallerie in cui siamo discesi, un altro pozzo si trova ad in centinaio di metri con una corda arrotolata agli ancoraggi di partenza, sapremo in seguito che si tratta della sala Figherolfi, ci pare subito evidente che siamo finiti nelle gallerie esplorate da Marco Frati e compagni, a conferma di questo, anche il campo, un tenda verde, che dista una ventina di minuti da dove ci troviamo.La giornata volge al termine quando ci troviamo nuovamente dalla Piera a festeggiare, ma troviamo il tempo di ricordare il nostro amico e compagno scomparso nel febbraio 2011, e dedicare l'ingresso alla sua memoria.